Roma, 1900 – 1972
Giuseppe Capogrossi nasce a Roma nel 1900. Dopo la laurea in giurisprudenza nel 1922, decide di dedicarsi alla pittura, frequentando l’atelier di Felice Carena, dove fa amicizia con i principali esponenti della cosiddetta Scuola romana. Con Pirandello, nel 1927 si reca a Parigi, studia gli impressionisti e le avanguardie, scoprendo Pablo Picasso e André Derain.
Nel 1928 viene invitato alla Biennale di Venezia e negli anni Trenta partecipa alle principali mostre dedicate all’arte italiana, imponendosi alla critica come uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura romana. Nel 1939 la Quadriennale gli dedica una sala personale.
Nel dopoguerra, Capogrossi rielabora la sua ricerca artistica, abbandonando gradualmente la pittura figurativa che aveva caratterizzato i decenni precedenti per approdare a un linguaggio rigorosamente astratto, caratterizzato da una unica forma-segno che coniugandosi in infinite variazioni “occupa” lo spazio del quadro. Nel 1950 ha la prima mostra non figurativa alla Galleria il Secolo di Roma, dove espone tele – tutte intitolate Superficie e numerate – con questa nuova modalità pittorica.
Tra il 1950 e il 1951 fonda con Mario Ballocco, Alberto Burri ed Ettore Colla il Gruppo Origine, con l’intento di promuovere l’astrazione e il rinnovamento delle arti. Le concatenate matrici a forma di pettine di influenza post-cubista che popolano le sue composizioni diventano la sua inconfondibile cifra stilistica.
Numerosi sono i riconoscimenti che hanno contraddistinto la carriera di Capogrossi, tra cui nel 1971 la medaglia d’oro per meriti culturali conferita dal Ministero della Pubblica Istruzione. Oltre a innumerevoli mostre e rassegne internazionali, nel 1974 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica una imponente retrospettiva, due anni dopo la sua scomparsa.
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