Castelmassa, 1930 – Celleno, 2017
Enrico Castellani nasce a Castelmassa (Rovigo) nel 1930. Dopo gli studi a Novara e Milano, nel 1952 si trasferisce a Bruxelles, dove frequenta i corsi dell’Académie des Beaux Arts e nel 1956 si laurea in architettura all’École Nationale Supérieure de la Cambre. Rientra a Milano e fino al 1963 lavora in uno studio d’architettura. Frequentando la scena artistica milanese, conosce e fa amicizia e con Piero Manzoni, Lucio Fontana e Agostino Bonalumi.
Nel 1959 realizza la sua prima superficie a rilievo. Nello stesso anno prende parte alle esperienze del gruppo Zero e fonda con Manzoni la rivista Azimuth; nell’omonima galleria ha luogo nel 1960 la sua prima personale. Seguiranno negli anni Sessanta numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui la presenza alla Biennale di Venezia nel 1964, la partecipazione al Guggenheim International Award di New York e alla collettiva “The Responsive Eye” al Museum of Modern Art di New York nel 1965. Nel 1966 riceve il Premio Gollin per la sala personale alla Biennale di Venezia; soggiorna poi negli Stati Uniti dove realizza le opere che esporrà nella prima personale a New York alla Betty Parsons Gallery.
Fautore con Manzoni e Bonalumi della poetica dell’azzeramento del linguaggio pittorico, Castellani ha portato avanti una ricerca rigorosa e coerente, in cui protagonista è la superficie della tela che estroflette grazie all’utilizzo di centine e chiodi. Fissati in sequenze lineari sul retro, i chiodi creano movimenti ritmici e ripetuti sulla parte anteriore della tela.
Dopo un breve periodo in Svizzera, nel 1973 rientra in Italia e si trasferisce a Celleno, un piccolo borgo nella provincia di Viterbo. Qui continuerà a lavorare fino alla sua scomparsa nel 2017.
All’artista sono state dedicate mostre personali in prestigiose gallerie e istituzioni pubbliche, tra cui la Fondazione Prada, Milano (2001), il Museo Puskin di Mosca, (2005) e Cà Pesaro, Venezia (2013). Nel 2010, ha ricevuto il Premium Imperiale.
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