Christo

Christo

Gabrovo, 1935 – New York, 2020

Christo Vladimirov Javacheff nasce nel 1935 a Gabrovo in Bulgaria. Dal 1952 al 1956 studia all’Accademia Nazionale d’Arte di Sofia.
Per sfuggire al regime comunista, si reca a Praga e Vienna, dove frequenta un semestre all’Accademia di Belle Arti per trasferirsi poi a Ginevra e nel 1958 a Parigi. Qui incontra Jeanne-Claude Denat de Guillebon (nata lo stesso giorno di Christo a Casablanca, in Marocco), moglie e partner nella creazione di opere d’arte ambientali. Nel 1960 nace il figlio Cyril e nel 1964 si trasferiscono a New York.

Ispirate dal Nouveau Réalisme, le prime opere di Christo sono assemblaggi di oggetti trovati o avvolti in tele imbevute di resina o in polietilene, al contempo rivelando e celando l’identità degli oggetti.

La collaborazione con Jeanne-Claude porta Christo ai primi progetti di arte ambientale, rivestendo edifici pubblici. A partire dagli anni Settanta, i progetti diventano sempre più complessi e monumatali, intervenendo su monumenti storici e iconici o stendendo lunghi teli in luoghi naturali.

Tra i progetti più celebri, “Running Fence, Sonoma and Marin Counties, California, 1972–76” con 39 chilometri di pannelli di nylon alti 5,5 metri che si estendevano lungi le colline della California settentrionale fino all’Oceano Pacifico; “The Pont Neuf Wrapped, Paris, 1975-85″, quando ha avvolto di tessuto il più antico ponte di Parigi o “The Gates, Central Park, New York City, 1979-2005”, con 7.503 pannelli con tessuto color zafferano.

Dopo la scomparsa di Christo a New York nel 2020 e secondo le sue volontà, è stato realizzato postumo a Parigi “L’Arc de Triomphe Wrapped, Parigi, 1961-2021”.

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